ANGELICA INTINI
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BARBARA CANNIZZARO

BENVENUTE in ABITARE IL CENTRO, una sezione di interviste in cui parlano in sorellanza persone che hanno fatto dell'arte fotografica - e non solo - il loro medium creativo.

Io sono Angelica Intini e oggi, con tutte noi, abiterà il centro BARBARA CANNIZZARO, artista visiva femminista che utilizza la fotografia come atto di resistenza narrativa. Cannizzaro porta in scena storie di donne, di corpi, di identità e di relazioni, sottolineando la centralità della cura, della forza nella vulnerabilità e della resilienza.

╱ ⭒ Dialoghiamo insieme ⭒ ╱

• In che modo l'arte ha contribuito alla nascita e allo sviluppo del tuo femminismo, sia come espressione di protesta che come strumento di empowerment? Quanto è importante per te fotografare le donne in modo da sfidare gli stereotipi di genere e rappresentare la varietà delle esperienze e delle identità femminili?

Prima di diventare una fotografa sono diventata una femminista. In realtà credo di esserlo da sempre, lo ero inconsapevolmente. L’arte mi ha aiutata a prenderne coscienza, a focalizzarmi, quando ho iniziato i miei progetti di fotografia sociale, sulle difficoltà e sui disagi delle donne. Poi arte e femminismo hanno iniziato a camminare insieme, una parte a rafforzamento dell’altra. Le mie immagini nascono e vivono come auto-affermazione e affermazione della forza femminile, della lotta, della potenza spesso inconsapevole delle donne. Sono lavori che si focalizzano su bisogni e valori, sulle paure e sulle capacità, toccando trasversalmente ognuna di noi. Sento in me la lotta e l’amore femminile per il femminile. Il femminismo ha bisogno di solidarietà, attenzione, coraggio, dedizione e, non ultima, una coscienza individuale e collettiva che deve essere incoraggiata e stimolata . Cerco di portare il mio contributo attraverso uno sguardo empatico, attraverso lo studio e infine attraverso i miei scatti.

• Quali sono stati i momenti di crisi più comuni durante il tuo processo artistico e come questi ostacoli hanno contribuito alla crescita e all'evoluzione del tuo lavoro creativo?

Ho imparato negli anni che le difficoltà, le delusioni, i momenti di crisi nel processo artistico sono molto importanti, utili, direi necessari. Per un’autrice/autore le difficoltà sono date da molteplici fattori, per lo più intimi, personali. Anche se l’ ostacolo viene dall’esterno, è un lavoro su sé stesse che può salvare, facendo tornare il desiderio e il
bisogno di creare. A volte la mancanza di idee, a volte una candidatura andata male, un progetto importante ignorato dalla giuria mi hanno provocato un blackout artistico, una spinta a mollare tutto. Per indole, però, non sono una che molla, che si arrende e dopo le lacrime,dopo il silenzio, ho sempre rielaborato, ripensato le mie motivazioni, la mia necessità di essere utile raccontando storie di valenza sociale. Lentamente mi ascolto, mi accetto e riparto, rispettando i miei limiti.
Più forte, più umile, più umana, più grata.


• Secondo te, come si può conciliare la vita quotidiana con le proprie passioni, trovando un equilibrio che permetta di coltivarle senza "sacrificare" gli impegni quotidiani ?

E’ impegnativo, molto. Moltissimo. Assolvere doveri, compiti e necessità e contemporaneamente assecondare la propria passione è un esercizio continuo di centratura. Ci sono rallentamenti, pause; c’è la stanchezza ma la passione crea dipendenza, crea energia e spinta motivazionale. Allora si fa: si cerca un equilibrio, si fanno compromessi, si vive una vita un po’ accelerata, si vive in uno stato di perenne stanchezza e felicità.


• Se potessi scattare una fotografia di te stessa da bambina e poi osservarla, cosa pensi che emergerebbe da quella immagine ?

La facciata del mio frigorifero è piena di fotografie, stra piena di immagini familiari; c’è anche una foto di quando ero piccola che riconosco, che sento, che ricordo. Se dovessi fotografarmi di nuovo, scatterei la stessa foto con la stessa espressione imbronciata, quella di una bambina inquieta, un po’ triste, un po’ dubbiosa. Sono rimasta così, con la differenza che ora quell’inquietudine, quei dubbi li ho resi amici/alleati e messi al mio servizio. Non sono più triste,sono inquieta e curiosa, piena di dubbi e di entusiasmo.

• Hai creato un laboratorio di fotografia terapeutica espressamente rivolto alle donne. Raccontaci di più.

L'ideazione e creazione di questo laboratorio nasce dal mio desiderio e bisogno di aiutare, supportare le donne nel loro processo di autoconsapevolezza; nasce dal mio percorso universitario prima(sono un' assistente sociale,anche se non esercito da molto tempo) e specialistico: nel 2021 ho conseguito un master in fotografia terapeutica. Inoltre sto studiando per specializzarmi in counseling relazionale. Sono convinta che la condivisione, l'ascolto e la pratica creativa siano strumenti importantissimi per conoscersi e capirsi. Negli anni ho maturato una coscienza civile e sociale soprattutto rivolta alle donne, che ha condizionato inevitabilmente la mia visione fotografica. Da qui, lo studio, l' impegno e la spinta a realizzare questo laboratorio. Le donne insieme possono diventare una forza incredibile, ma tante, troppe non ne sono consapevoli. Un luogo sicuro nasce per questo: aiutarle a vedersi, ascoltarsi e creare alleanze.


• Mi piacerebbe che formulassi una domanda. Questa domanda verrà posta alla persona che sarà intervistata dopo di te, per creare un legame invisibile fra tutte le interviste, fra tutte le storie.


Fare arte ti ha cambiata?
"Da sempre appassionata di fotografia, mi sono avvicinata al medium fotografico ‘’da grande’’. Dopo aver imparato la tecnica necessaria, è maturato il mio amore per l’autoritratto come veicolo di espressione e liberazione del Sé. Successivamente la mia attenzione si è spostata al mondo esterno, alle donne e ai progetti sociali dedicati alle loro speranze, bisogni, paure, ai loro percorsi di vita. Ho conseguito un Master in fotografia terapeutica e, oltre a premi ed esposizioni, il mio interesse, la mia spinta creativa ed emotiva percorre la strada della fotografia come autocura e cura. Sto studiando per conseguire un master in counseling relazionale e sono prossima a realizzare dei laboratori di fotografia terapeutica per donne che desiderano sentirsi, capirsi, conoscersi attraverso le immagini."
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"Da sempre appassionata di fotografia, mi sono avvicinata al medium fotografico ‘’da grande’’. Dopo aver imparato la tecnica necessaria, è maturato il mio amore per l’autoritratto come veicolo di espressione e liberazione del Sé. Successivamente la mia attenzione si è spostata al mondo esterno, alle donne e ai progetti sociali dedicati alle loro speranze, bisogni, paure, ai loro percorsi di vita. Ho conseguito un Master in fotografia terapeutica e, oltre a premi ed esposizioni, il mio interesse, la mia spinta creativa ed emotiva percorre la strada della fotografia come autocura e cura. Sto studiando per conseguire un master in counseling relazionale e sono prossima a realizzare dei laboratori di fotografia terapeutica per donne che desiderano sentirsi, capirsi, conoscersi attraverso le immagini."
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